Le tecnologie digitali stanno trasformando tutto

Le tecnologie digitali stanno trasformando tutto. Dalle relazioni tra gli individui ai modelli di business delle imprese. Dal come ci comportiamo al come si sviluppano i processi all’interno delle organizzazioni. In quel tutto c’è la sfera personale e quella professionale. In quel tutto ci sono le opportunità di trovare soluzioni alle sfide del futuro in primis quella ambientale e la speranza che guerre come quella che stiamo vivendo tra Ucraina e Russia siano le ultime scene di conflitti il cui senso non si trova, dal momento che proprio le interconnessioni ci hanno fatto capire che tutti siamo parte di un qualcosa che va oltre i confini fisici.

Qualche giorno fa ho incontrato Filippo Rizzante (CTO di Reply) e ne è uscita una bella chiacchierata sul valore di fare cultura sul digitale.

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Da Verona al campus di Google per sviluppare app per bambini

«Sai poco distante da me c’è un gruppo che sta lavorano al progetto di un telefono modulare (Project Ara). Dieci metri più in là stanno sviluppano un tablet che crea un modello 3D del mondo in cui viviamo (Project Tango) e di fronte a me altre persone stanno studiando l’interazione tra i computer e gli oggetti che indosseremo». È chiaro che si tratta di un sogno. Forse lo è meno il sapere che questo sogno qualcuno lo sta realmente vivendo. Le parole sopraccitate non sono il racconto mattutino, di chimere notturne, esposto da un amico appena svegliatosi. Ma sono la descrizione di ciò che Luca Prasso vede in una delle sue pause pranzo mentre è il collegamento con me via Skype. Luca si trova negli States. Non è però in uno degli studios di Hollywood. È a Mountain View e per la precisione nel Campus di Google.«Sai poco distante da me c’è un gruppo che sta lavorano al progetto di un telefono modulare (Project Ara). Dieci metri più in là stanno sviluppano un tablet che crea un modello 3D del mondo in cui viviamo (Project Tango) e di fronte a me altre persone stanno studiando l’interazione tra i computer e gli oggetti che indosseremo». È chiaro che si tratta di un sogno. Forse lo è meno il sapere che questo sogno qualcuno lo sta realmente vivendo. Le parole sopraccitate non sono il racconto mattutino, di chimere notturne, esposto da un amico appena svegliatosi. Ma sono la descrizione di ciò che Luca Prasso vede in una delle sue pause pranzo mentre è il collegamento con me via Skype. Luca si trova negli States. Non è però in uno degli studios di Hollywood. È a Mountain View e per la precisione nel Campus di Google.

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