Non chiamateli Case History, ma Storie

Se da quell’auditorium le parole del docente non si fossero trasformate in un entusiasmante racconto, Mivar, sarebbe rimasto uno dei tanti marchi citati durante un corso di strategie d’impresa. Allo stesso modo, se il mio primo capo non mi avesse fatto vedere come deve essere esposto il portfolio dei lavori realizzati, non credo che sarei riuscito a trasmettere le passioni e le professionalità che stavano dietro quei lavori. Di esempi ne avrei diversi da portare. Sono cambiati i tempi, le dinamiche economiche, gli strumenti di comunicazione, ma il problema di base rimane lo stesso: trasferire all’interlocutore quanto di buono si è fatto.

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Il Business Plan può avere un’anima?

Sembra un ossimoro. Cosa c’entrano le storie con i numeri? Perché servono dati, analisi, flussi e puntuali stime. C’è un’idea da valutare e un piano di sostenibilità da avvallare. Tutto corretto, fino a che però non viene accennato ad un altro aspetto. Questo si chiama anima di un progetto. Non è una visione filosofica del business, ma il terzo pilastro sul quale poggia. Un’idea deve essere innovativa, finanziariamente sostenibile e capace di coinvolgere a livello di empatia chi deve investirci del denaro. Con queste premesse mi appresto ad entrare nell’aula del prof. Giuseppe Pasciuti.

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Rendere tangibile l’intangibile

Un’azienda è composta di una serie di elementi che vanno oltre i numeri di un bilancio e i grafici di un fatturato. I valori che la contraddistinguono, come la reputazione acquisita e il capitale umano, sono solo alcuni dei parametri spesso intangibili ma in grado di fornire il giudizio complessivo di un percorso d’impresa di cui si conosce l’origine e del quale si cerca di costruirne un futuro attraverso un’attenta strategia.

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Cronaca di una storia annunciata

Venerdì scorso si è tenuto a Milano, presso il Nuovo Teatro Ariberto di Milano, il IV Convegno Nazionale di Storytelling dell’Osservatorio Storytelling, dal titolo “NarrAbility – Sai raccontare la tua storia?”. Quest’anno il convegno era dedicato al tema delle competenze narrative presenti nel nostro quotidiano. Un appuntamento al quale non potevo mancare. Ed è così che alle 5.15 suona la sveglia che dà inizio a questo straordinario viaggio.

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Girare pagina per raccontare un nuovo capitolo d’impresa

Di fronte al cambiamento c’è solo una cosa da fare: cambiare. Il temporeggiare non aiuta. L’innalzare barriere non è contemplato. Questi atteggiamenti mal funzionano nelle relazioni personali, figuriamoci se stiamo parlando di un’impresa. L’attuale scenario professionale è costellato di situazioni dove quotidianamente si è sollecitati a modificare paradigmi aziendali non più consoni a ciò che ci circonda. Ancora una volta il Corporate Storytelling può essere da supporto a processi di rinnovamento. Come? Le modalità possono essere differenti. Il percorso intrapreso da Anna può essere una di queste.

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Come puoi contribuire all’evoluzione della storia di questa azienda?

Chi entra in un’azienda oggi lo fa sì per apportare le proprie competenze, ma non solo. Lo fa anche per esprimere attraverso lavoro e professionalità, la propria persona. In alcune aziende sono cambiate anche le modalità di selezione del personale. Non basta un curriculum intriso di esperienze passate. Conta quello che puoi fare oggi. Domani.

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Altro che Product Placement, questo è Branded Film

Superata Vittorio Veneto, dopo un paio di chilometri, svolto a sinistra. La strada inizia lentamente ad arrampicarsi. È una di quelle sere dove l’estate non sembra essere mai arrivata. I tergicristalli continuano il loro oscillare e la pioggia frena la sua caduta toccando terra. Un paio di curve e una manciata di minuti, poi l’insegna Revine Lago.

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Vendere attraverso una storia: lo storytelling live

C’è una componente divulgativa dello storytelling che ha un valore aggiunto non indifferente. Si tratta del “live”. Se di per sé la lettura di una storia, la visione di un video, la visualizzazione di un’immagine fotografica, riescono ad innescare fantasie ed emozioni, la possibilità di avere di fronte un narratore che ha vissuto di persona un’esperienza (totalmente, in parte o anche solo per sentito dire), rende il tutto ancora più coinvolgente.

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Retroscena di un lavoro di corporate storytelling

Uscimmo da quella azienda con una certezza in più. Il corporate storytelling non era la panacea di tutti i mali aziendali. Però era un antidoto molto potente se ben utilizzato e condiviso. Avevamo propinato tutte le nostre energie e professionalità per fornire uno strumento in grado non solo di riaccendere la fiducia, ma anche di accompagnare chi da quel giorno si sarebbe messo in gioco. Forse è proprio questo l’essenza di un’impresa. Qualcosa di epico. Dove un gruppo di persone condivide un sogno comune.

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